La ricerca è stata condotta sui dati dello studio longitudinale e multidimensionale “InveCe.Ab” (Invecchiamento Cerebrale in Abbiategrasso) che nel 2009-2010 ha reclutato tutti i nati tra il 1935 e il 1939 residenti ad Abbiategrasso, 1321 persone. La coorte è stata rivalutata nel 2012, 2014 e 2018.

I risultati di questo studio mostrano come tra i soggetti che praticano attività fisica abitualmente nel tempo libero, come camminare per più di mezz’ora al giorno e spostarsi in bicicletta, ci sia una minor incidenza di fragilità nel tempo rispetto agli inattivi. Inoltre si è dimostrato come le persone inattive diventino fragili anche prima, con una differenza di quasi il 50%. Si è inoltre visto che la velocità del cammino risulta essere minore tra i soggetti inattivi e che una buona velocità del cammino correli con una riduzione del rischio di sviluppare fragilità nel tempo.

Ma cosa si intende per fragilità nell’anziano? E’ una condizione di vulnerabilità dovuta alla presenza contemporanea di deficit in diverse aree di funzionamento dell’anziano (fisica, cognitiva, psicosociale) e che riduce la capacità dell’organismo di far fronte ad un evento stressante e tornare alle sue condizioni di salute di base. Nell’anziano fragile quindi, anche eventi minori di stress causano un peggioramento sproporzionato dello stato di salute e autonomia.

E’ quindi possibile migliorare il proprio stato di salute e la qualità della vita anche in età avanzata, praticando attività fisica e cercando il più possibile di evitare uno stile di vita sedentario.

Gli autori concludono: “Migliorare il proprio stato di salute è sempre possibile, anche in età avanzata. Occorre prendersi cura di sé praticando un’attività fisica, anche non strutturata, perché essa aumenta la probabilità di invecchiare rimanendo più sani e più a lungo.”

L’articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2022 sulla rivista online “I luoghi della cura”

Qui trovate il link per leggere l’articolo completo:

L’attività fisica previene e rallenta la fragilità: studio longitudinale di popolazione – I Luoghi della Cura Rivista Online (luoghicura.it)

3 commenti su “L’attività fisica previene la fragilità nell’anziano: risultati dal nostro studio InveCe.Ab”

    • In questo momento le ricerche su attività fisica a riduzione del rischio di Demenza di Alzheimer hanno dato risultati non univoci, non tutti gli studi concludono per un effetto protettivo della attività fisica di per sè, mentre altri lo confermano. Attualmente la ricerca con i dati più interessanti e affidabili viene dallo studio FINGER, promossp da una ricercatrice finlandese, dott.ssa Kivipeto, che dimostra come la combinazione di più interventi: fisico, cognitivo e alimentare dimostra una riduzione di rischio di demenza in soggetti che già avevano un disturbo soggettivo di memoria.

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