A Napoli dal 21 al 23 Giugno si è tenuto il congresso nazionale della AINP (Associazione Italiana Neuropatologia) e AIRIC (Associazione Italiana Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale). Sono intervenuti i maggiori esperti italiani e internazionali di questo settore della medicina che studia al microscopio il cervello e in generale tutto il sistema nervoso. Nelle sessioni dedicate alla neurodegenerazione, processo che è alla base di malattie come l’Alzheimer, il dott. Emanuele Poloni, responsabile del laboratorio neuropatologico e della “Banca del Cervello” della Fondazione ha tenuto due relazioni.

Una ha riportato i risultati della scoperta di una nuova proteina che si ritrova solo nel cervello umano ed è legata al trasporto del calcio in particolari cellule cerebrali, gli astrociti, dove pare aumentare in relazione a stati infiammatori.

La seconda ha riguardato i risultati di uno studio sullo stato cerebrale di persone che avevano malattia di Alzheimer o altre demenze accompagnate da disturbi del comportamento come agitazione, vagabondaggio etc.  In questi soggetti il Dott Poloni e la sua equipe ha dimostrato un particolare coinvolgimento patologico delle zone cosiddette “limbiche” collocate nell’area temporale del cervello con presenza di proteine anomale come la TDP 43.

Queste ricerche sono state possibili anche grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo

Infine sono stati presentati come poster, allestito per il gruppo dei ricercatori dal dott. Riccardo Ferrari, i primi risultati di una importante ricerca, condotta con il sostegno di Fondazione Serpero, riguardante la “mappatura cerebrale”. In pratica si è voluto indagare come variano alcune proteine nelle diverse aree cerebrali, confrontando anche quello che avviene nei malati di Alzheimer e di Malattia corpi di Lewy con i cervelli di soggetti normali.  Questo è particolarmente importante se si tiene conto che la Malattia di Alzheimer colpisce le diverse aree studiate in tempi diversi cosa che permette di vedere i processi all’inizio della patologia e altri in aree già fortemente interessate, nello stesso soggetto.

Questi interventi hanno suscitato molto interesse in un uditorio altamente qualificato come quello di questo convegno, rafforzando la volontà dell’equipe della Fondazione a proseguire in queste ricerche.

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